Vedere la vita da un altro punto di vista

gli altri che non applaudono te perchè sei dietro le file, anche se fai parte di una catena importante

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In effetti, sin da giovanissimo Watts si avvicina al mondo della musica, appassionandosi in particolare a John Coltrane e Miles Davis. Con il passare del tempo, poi, dopo avere trasformato in un tamburo rullante un vecchio banjo, si avvicina anche alle percussioni. Durante l’adolescenza, in ogni caso, per Charles la musica resta solo uno dei tanti interessi: a diciassette anni inizia a frequentare una scuola d’arte con un indirizzo letterario, grazie alla quale ottiene un lavoro in una agenzia pubblicitaria. Nel frattempo, però, il panorama del blues rock di Londra emerge con sempre più forza, e a quel punto Charlie Watts capisce che è il momento di concentrarsi sulla musica.

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Gli anni ’80 e successivi

L’inizio degli anni Ottanta è contraddistinto da alcune difficoltà personali per Charlie Watts, legate al consumo di eroina: gli Stones, intanto, pubblicano l’album “Tattoo You” nel 1981 (che contiene la famosa “Start Me Up” e anticipa un tour da cui proviene “Still Life [American Concert 1981]”), seguito nel 1983 da “Undercover”, un disco sperimentale che, a sua volta, si rivela poco entusiasmante.

Segue un periodo di crisi profonda all’interno del gruppo, complici le difficoltà relazionali e le differenze di vedute sul piano musicale tra Mick Jagger e Keith Richards. Saranno altri due i dischi registrati nel decennio: “Dirty Work” (letteralmente, “lavoro sporco”, a testimonianza delle difficoltà incontrate negli anni precedenti), nel 1986 (anno in cui Charlie Watts pubblica anche il disco da solista live “Live at Fulham Town Hall” con la Charlie Watts Orchestra) e “Steel Wheels”, nel 1989.